Ducati Desmosedici GP5, le novità tecniche

Che sia stato un 2004 “deludente” o “sotto le aspettative”, per i membri di Ducati Corse questo appartiene già al passato. La Desmosedici GP5 è il primo, significativo passo alla ricerca del sentiero che porta al riscatto, seguendo una filosofia tecnica/sportiva che rientra nei canoni della Ducati: evoluzione, non rivoluzione. Come successo in Superbike per un decennio (dal 1994 al 2002, quando la 916 si trasformò prima in 996 e poi in 998 pur mantenendo la stessa idea progettuale), questo è destinato a ripetersi in Moto Gp.

La Desmosedici GP4 è stato il punto di partenza della GP5, per trovare un giusto affinamento scovando un bagaglio tecnologico (il che rappresenta riferimenti cronometrici, set-up, dati della telemetria e quant’altro) importante nonostante i miseri risultati colti nel 2004. Dalla GP4 sono stati sviluppate tre novità fondamentali: telaio, forcellone, centralina, ai quali si aggiungono (ovviamente) le coperture Bridgestone.

Il telaio, come si è già potuto notare nei test “Top-secret” di Phillip Island (poco dopo il Gran Premio che ha incoronato Valentino Rossi campione del mondo), è incernierato sul perno del forcellone (rinnovato, puntando su rigidezza e leggerezza). Tutto questo comporta una GP5 complessivamente più compatta, sempre più a misura di Loris Capirossi.

La centralina, sviluppata dalla Magneti Marelli (ringraziando l’esperienza in Formula 1 anche con Ferrari), offre una maggior potenza di calcolo per numerose strategie di ausilio alla guida (queste diavolerie elettroniche…), accumulando una banca dati da scriverci un poema di natura tecnica. La GP5, inoltre, presto si vedrà cambiare il vestito: una nuova carenatura sarà pronta per i test IRTA di Barcellona, a cui seguira nella seconda parte di stagione uno step del propulsore 990cc studiato dall’ingegner Preziosi.

Un grande lavoro, per una grande Desmosedici. D’altronde, questo è il minimo per restare competitivi in Moto Gp.

Alessio Piana