Camel-Honda: equipaggiamento essenziale

Camel-Honda: equipaggiamento essenzialeCamel-Honda: equipaggiamento essenziale

Mi è servito aver vissuto il terribile incubo della perdita del passaporto durante il Gran Premio di Donington Park, per farmi realizzare cosa è davvero diventato lo sport internazionale della MotoGP.
Dopo aver parlato con l’utilissima linea emergenze del British Home Office, braccato la polizia del Leicestershire per ottenere uno speciale numero di perdita del passaporto, pregato l’ufficio anagrafe locale per ottenere una copia del mio certificato di nascita e, infine, ottenuto un appuntamento con l’ufficio passaporti a Londra, mi sono reso conto più chiaramente che mai che un passaporto è la parte più importante dell’equipaggiamento che serve a chiunque sia abbastanza fortunato da viaggiare al seguito di tutte le tappe della MotoGP.

In sette mesi di inferno organizzato, il circo itinerante del MotoGP visita 14 paesi in cinque distinti continenti. L’anno prossimo sembra che la Cina ospiterà una nuova sede a Shangai e che Laguna Seca tornerà nel gregge, per ospitare il Gran Premio degli Stati Uniti. Già solo l’idea di 17 Gran Premi la prossima stagione, è stata nascosta accuratamente a mogli, fidanzate e a tutti coloro aspettino a casa i membri del circo itinerante.

Quando 55 anni fa, nel 1949, sono cominciati i Gran Premi, i piloti avevano solo sei date in calendario e tutte in Europa. Quando è cominciata la mia storia di amore giornalistico per i Gran Premi, nel 1980, il numero era incrementato solo di due appuntamenti, ed entrambi sempre in Europa. La mia prima trasferta lunga, a parte il viaggio annuale in Florida per la gara di Daytona che non faceva parte del Campionato, fu nel 1982 per il Gran Premio d’Argentina classe 500cc, rientrato nel calendario iridato dopo un’assenza di 19 anni. Si rivelò un viaggio memorabile, ma non per la spettacolare battaglia in pista tra Kenny Roberts, Freddie Spencer e Barry Sheene. Nonostante l’inconsueto via vai di trasporti aerei che avevo notato all’aeroporto di Buenos Aires portando le pellicole fotografiche da spedire, in tempi pre-computer, fu davvero una sorpresa per me e per i miei colleghi, quando, due giorni dopo, la Gran Bretagna dichiarò guerra all’Argentina, per l’invasione delle isole Falkland.

Un anno dopo ci mettemmo in viaggio alla volta del Sudafrica, chiuso nella morsa dell’apartheid, per il loro primissimo Gran Premio a Kyalami. La corsa è stata grandiosa, nel vecchio circuito di Kyalami, con quel lunghissimo rettilineo, ma ricordo che a nessuno piacque l’atmosfera che circondava l’evento. Come deludemmo i nostri ospiti, ignorando tutte quelle raccapriccianti norme dell’apartheid… Mi ricordo che Barry Sheene si mise a capo della crociata, dopo che gli era stato negato il servizio, nel ristorante dell’albergo, perché aveva commesso il peccato di indossare un paio di jeans. Che gioia è stata invece, in tempi più recenti, tornare all’aeroporto di Johannesburg, in viaggio verso Welkom, per il Gran Premio d’Africa. Aids e povertà sono i nemici, ma almeno stanno tutti nella stessa fila, al controllo dei passaporti.

Nel 1987 il Motomondiale ha cominciato ad espandersi in tutto il mondo, con gare in Giappone e Brasile, entrambi al loro primo appuntamento con le due ruote mondiali. Sorprendentemente, nonostante tutte le più grandi industrie dei Gran Premi siano giapponesi, il primo Gran Premio del Giappone non si tenne prima del marzo di quell’anno, a Suzuka. Randy Mamola vinse la prima gara in un giorno freddo e bagnato. Fummo trattati da re durante tutta la permanenza, con il pullman ufficiale che ci venne a prendere all’aeroporto, fornito di regolari pranzi al sacco MacDonalds, per riguardo ai gusti occidentali. Non erano molti i giapponesi che parlavano inglese ed io stesso ricordo di aver avuto il mio primo, piuttosto ‘scettico’ rapporto con un fax, perché davvero non credevo a ciò che diceva l’uomo nella copisteria, che quel foglio sarebbe apparso all’altro capo del mondo, in Inghilterra.

A settembre dello stesso anno, andammo a Goiania, per il primo Gran Premio del Brasile. Non ci si può immaginare un posto più diverso da Suzuka. Era una città del Far West, lontana da Dio e dagli uomini, dove fare festa era in cima alla lista delle priorità. Wayne Gardner vinse il Campionato del mondo e noi festeggiammo con un abitante del luogo che sparava con la sua pistola verso il tetto del night club. La polizia locale non si divertì molto quando il corso di una fontana, nell’hotel, fu deviato e la reception e la hall furono allagate. Cosa sarà mai successo al circuito di Goiania, dopo che ha ospitato il suo ultimo Gran Premio due anni più tardi?

Wayne Gardner fu il protagonista anche quando il Gran Premio debuttò nella sua nativa Australia a Phillip Island. Gardner era diventato un eroe nazionale in Australia, pazza per lo sport, dopo essere diventato il primo iridato della 500cc del suo paese, nel 1987. L’intera nazione lo acclamò quando tagliò il traguardo nel primo Gran Premio d’Australia nel 1989. Non li deluse e vinse una gara grandiosa e la birra scorse a fiumi in quei giorni. Mia cognata, infermiera molto rispettata nel reparto ostetrico di un ospedale nazionale, fu la prima persona a saltare il recinto e ad invadere la pista, per celebrare il suo successo. Fu presto raggiunta da decine di migliaia di persone.

Non tutto è sempre filato così liscio, ed io non mi divertì affatto quando ci recammo per la prima volta in Malesia, nel 1991. All’arrivo al circuito di Shah Alam, alla periferia di Kuala Lumpur, il responsabile della stampa ci informò placido che la sala stampa era stata appena liberata da un grosso pitone che aveva dormito sulle travi del tetto, negli ultimi giorni. Il serpente avrebbe probabilmente continuato a sonnecchiare, ascoltando il cuore della stampa europea, che mandava rapporti telefonici in patria, dopo che John Kocinski aveva vinto la prima corsa.

Non dovrebbero esserci questi problemi quando il MotoGP arriverà per la prima volta nel Medio Oriente, nel gran Premio del Qatar ad ottobre. Si spera che il mio nuovo passaporto sarà arrivato, per allora. Intanto la velocità con cui il lavoro d’ufficio produrrà il nuovo documento nel mezzo delle vacanze estive, determinerà la mia presenza, o assenza a Brno, giovedì pomeriggio.

Camel Media Service

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