Misano: Paolo Simoncelli, “Venendo qui per il mondiale ho capito che mi manca ancora il mio bimbo”

Un'intervista esclusiva a tutto tondo in cui ha parlato della sua nuova vita, dei piloti e della fondazione Marco Simoncelli

Misano: Paolo Simoncelli, “Venendo qui per il mondiale ho capito che mi manca ancora il mio bimbo”Misano: Paolo Simoncelli, “Venendo qui per il mondiale ho capito che mi manca ancora il mio bimbo”

Intervista esclusiva Paolo Simoncelli – A Misano durante il weekend del Motomondiale, abbiamo intervistato in esclusiva Paolo Simoncelli, papà del compianto “SIC” e che quest’anno schiera con la squadra SIC58 Squadra Corse Tony Arbolino e Tatsuki Suzuki nella classe Moto3. Un’intervista che ci fa capire ancora una volta l’amore di un padre verso il proprio figlio che non c’è più e verso questo bellissimo sport.

Com’è rientrare nel Motomondiale, chiamiamola una seconda vita?

“Guarda è una cosa che mi ha colto alla sprovvista mi aspettavo di aver superato il momento critico perché ero già stato qui con il CIV, mentre la scorsa sera ho avuto un attimo di mancamento, un attimo di crisi, ma poi mi sono ripreso subito. E’ stato un momento in cui mi sono reso conto di quanto mi manchi il mio “bimbo”.”

Fai più la parte del padre severo o più accondiscendente con i tuoi piloti?

“Il mio modo di gestirli è lo stesso che usavo con Marco. Quando hai ragione ti do ragione, quando hai torto di do torto, non perché sei il mio pilota. Questo per me è fondamentale nella crescita dei ragazzi e dei bambini. Dare sempre ragione ai propri figli è la cosa peggiore che si possa fare. A volte quindi gli do delle sgridate, a volte gli dico bravi e spesso li abbraccio.”

Siamo a tre quarti di stagione, i risultati sono quelli che ti aspettavi?

“Direi che siamo andati meglio del previsto, abbiamo avuto due piloti quasi costantemente nei 15. Tatsuki è cresciuto tantissimo, e il mondiale si è accorto di lui, perché sono due anni che è qui e nessuno sapeva chi fosse. Arbolino è stato bravo fino a qualche gara fa e spero che continui fino alla fine del’anno anche se ha deciso di andarsene. Noi faremo la nostra parte e spero che lui faccia la sua.”

E’ stata una doccia fredda l’addio di Arbolino?

“Questa è stata una cosa che mi ha preso alla sprovvista. L’ho letta sulla Gazzetta e non dico altro.”

Avete chiamato al suo posto Antonelli, pensi che in un team familiare si possa esprimere meglio?

“Secondo me quello è stato il problema. In questo momento ha un problema con un ernia che gli toglie forza al braccio. Secondo me, risolto questo problema medico, lui è velocissimo e, in un ambiente familiare, tra virgolette perché siamo professionisti, penso che lui possa far molto bene.”

Vedi qualcuno che possa fare il salto dal CIV o CEV in Moto3?

“Il Cev è un banco di prova eccezionale. Ci sono le moto del mondiale dell’anno prima e il livello è molto alto. Come dico sempre e continuo a dirlo, i 5 protagonisti del CEV possono passare tranquillamente nel mondiale. Infatti quest’anno, per il discorso Arbolino, non ho potuto attingere dal CEV, perché i due piloti non sono ancora pronti per il mondiale. Poi è capitata questa occasione con Antonelli e non me la sono lasciata scappare, perché penso che sia molto forte.”

Quindi il prossimo anno si potrà puntare più in alto?

“Bhe sì, noi siamo qua per vincere. Abbiamo una squadra all’altezza, abbiamo 2 ottimi piloti, non sottovalutate Suzuki perché può fare molto di più di quello che ha fatto fino ad oggi.”

Come descriveresti Tatsuki?

“Lui è un giapponese, a volte dovrei dargli delle “zampate”, perché lui subisce la popolarità degli avversari. Cioè, se lui deve superare uno di media classifica lo fa in tutti i modi, quando si trova vicino a un Fenati o un Mir è in difficoltà, perché ha questa riverenza. Lui è sempre nei primi dieci ma gli manca quella zampata, quell’ignoranza che hanno i piloti romagnoli.”

Il prossimo anno non ci sarà Mahindra, pensi che questo cambierà qualcosa?

“Sicuramente avremo qualche avversario in più, perché senza nulla togliere a Mahindra, KTM e Honda hanno qualcosa in più. Il discorso motori Moto3 è molto semplice, sono tutti uguali e in questo periodo non ho visto grandi differenze, la vera differenza la fa il polso. Non è più come una volta dove c’erano 3 piloti ufficiali e gli altri facevano il contorno, adesso partono tutti allo stesso livello. Magari c’è il team che riceve aggiornamenti una domenica prima o una dopo, ma il livello è talmente alto che la differenza la fa il polso.”

Come sta andando la fondazione?

“La fondazione è stata una cosa azzeccatissima. E’ gestita da Kate (la fidanzata del SIC), che è diventata bravissima ed è l’unica dipendente. Abbiamo raccolto circa 2 milioni e mezzo, adesso li stiamo spendendo in questo centro per ragazzi disabili che inaugureremo il prossimo anno (e qui con grande orgoglio mi fa vedere dal suo cellulare le foto della casa per disabili scattate qualche giorno prima). La gente continua ad avere fiducia in noi e sono contento di averlo fatto a Coriano e in italia, perché voglio che la gente veda dove ho speso i loro soldi, perché la gente è sempre pronta a dire parole del ca**o ma io glielo sbatto in faccia ciò che stiamo facendo.”

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