Davide Bulega: “Romboni era uno forte, avevo grande ammirazione per lui”

L'ex collaudatore della Cagiva 500cc ed ex pilota ha ricordato il centauro scomparso nelle prove del Sic Supermoto Day

Davide Bulega: “Romboni era uno forte, avevo grande ammirazione per lui”Davide Bulega: “Romboni era uno forte, avevo grande ammirazione per lui”

Abbiamo sentito Davide Bulega (campione italiano della 125 Sp ed europeo della 250 GP, team manager del team Lightspeed fino al 2007, nonchè collaudatore della Cagiva 500cc negli anni ’90), che con Doriano Romboni ha corso e con il quale ultimamente si era riavvicinato grazie al ruolo nella federazione del pilota spezzino. Vogliamo condividere con Voi il suo ricordo, aneddoti e pensieri mai banali. Ecco cosa ci siamo detti nel giorno del funerale di Romboni.

Ciao Davide, Agostini ha detto che forse sarebbero bastate delle gomme oppure delle balle di paglia per evitare la tragedia di Latina. Qual’è il tuo pensiero?

“Guarda, con me sfondi una porta aperta parlando di queste cose qua. Ne parlavano proprio adesso con il papà di Zaccone, un ragazzino che corre insieme a mio figlio Nicolò. Loro hanno più in mente di me la pista, io son stato lì, Nicolò ci ha corso e mi ha anche ricordato che era caduto proprio nello stesso punto. Sicuramente delle protezioni, delle balle di paglia, delle gomme, potevano probabilmente evitare quanto successo, però non mi voglio sostituire alla federazione o a chi di mestiere omologa i circuiti, non ho questa presunzione. Parlare dopo è sempre facile, però siccome lo sento dire a più persone un fondo di verità sicuramente c’è.”

A volte in queste manifestazioni si va anche oltre, sembra che la posta in gioco sia troppo alta e nessuno vuol stare dietro.

“Forse andrebbe smorzata un pò la competizione, ma non è colpa dei piloti, perchè i piloti se tu gli dai un triciclo o gli dai un Ferrari Formula 1, per indole lo portano all’esasperazione. Allora è a monte il problema, forse gli andrebbero dati dei mezzi più limitati.”

Un tuo ricordo di Doriano, tuo coetaneo e con cui hai corso

“Io Doriano lo vedevo da “lontano”, perchè lui arrivava sul podio e io facevo quindicesimo. Era molto più forte. Ricordo che ad esempio dove gli altri frenavano, lui ci metteva una marcia, era uno forte. L’ultimo ricordo più vicino (della pista) ce l’ho del Brasile 1995, dove lui in prova fece il decimo tempo e io l’undicesimo, fatto in scia a lui; era l’anno in cui lui aveva la Honda di Agostini; vinse con le Michelin, correva senza sponsor con la moto tutta bianca. Stare con lui in prova era già un successo e riuscii a rimanere attaccato per due o tre giri, facendo un tempone, ma lui il giorno dopo vinse la gara! Avevo una grande ammirazione e un grande rispetto per Doriano Romboni pilota e ultimamene anche come uomo perchè seguiva da due anni i “ragazzini” della pre-gp, dove correva anche Nicolò e c’era una simpatia particolare. Aveva molta ammirazione di Nicolò, lo stimava tanto e non mancava mai occasione di vederlo al nostro box e mi diceva: “Cazzo Davide, l’ho visto là e fa paura, di là e come la fa lui non la fa nessuno quella curva e quando facevano i briefing tra ragazzini e lui era coordinatore insieme a Roberto Sassone, prendeva Nicolò sempre come esempio. Quindi la simpatia era anche aumentata.”

Cosa si prova in questi momenti?

“Sento tanta tristezza e mi si stringe il cuore a pensare che ha lasciato la moglie e tre figlie. Poi sono un pò “arrabbiato” con lui perchè dico che ad una certa età i giochi con le moto vanno lasciati ai bambini. I riflessi non sono più gli stessi; poi magari succedeva lo stesso, ma porto un esempio. Vado spesso al ranch (quello di Valentino Rossi, dove si allena anche suo figlio Nicolò, che fa parte della VR46 Academy) e più volte mi è stato detto di fare un giro in moto, ma non ho più la mente, non ho più i riflessi; non ho più il fisico, se cadi ti fai male. Io per questo non vado più in moto. Poi su questo argomento si potrebbe scrivere un libro, magari uno poteva dirti “ma io non andavo forte, ero per fare un esibizione, è stata una fatalità”, ma mi sembra che a volte ce la andiamo a cercare.”

Davide, troppe vite sacrificate al motociclismo in quest’ultimo ventennio, da Wakai a Romboni, passando per Kato, Tomizawa, Simoncelli e Antonelli. Qual’è la tua opinione? Sembra di essere tornati ai tempi di Agostini, quando la morte era quasi “compresa” visto che di tragedie ne accadevano tante.

“Guarda, l’altro giorno ho scritto una cosa e sicuramente mi esprimo meglio scrivendo che parlando. Ho scritto ‘Dio esiste, il problema che si è messo in testa di fare un team!‘. La frase l’ha ripresa anche Guido Meda e mi ha fatto piacere. Sembra una battutaccia, ma mi è venuta fuori dal cuore. Adesso (il Signore) si può accontentare.”

Grazie Davide, per questa tua “testimonianza”

“Grazie a Voi.”

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3 commenti
  • Rob ha detto:

    Come si vede bene qui:http://motograndprix.motorionline.com/2013/11/30/grave-incidente-al-sic-supermoto-day-2013-per-doriano-romboni/

    Dopo pochi minuti io mi ero già pronunciato sul problema delle barriere….mi è sembrato subito cosi ovvvio….e dopo la presa di posizione oggi di Giacomo Agostini …prevedo problemi legali per questo circuito salotto di Latina.Sia per la sua omologazione che per il risarcimento da danno recato alla famiglia Romboni(come detto da Agostini,bastavano delle balle di paglia,ed in sede processuale si dovrà spiegare perchè non erano presenti in quel punto).

    Concordo in tutto quello che Bulega ha detto qui.

    Posseggo moto da corsa per farci almeno 3 file del motomondiale,ma non le uso mai,perchè anche se sono stato un tempo un pilota,mi rendo bene conto di che cosa sia una moto da corsa (ho quasi tutte 250GP).
    100kgx100cv,con un erogazione non proprio da ciclomotore.
    Le moto sono cose da usare quando si è giovani,perchè come dice Bulega i riflessi non sono più gli stessi,anche se il manico non lo perdi,è molto meglio se te le guardi,invece che usarle in pista,ogni cosa ha il suo tempo secondo me.

    Per Doriano e per i suoi familiari mi dispiace,per le sue 3 bambine niente sarà più come prima,peccato.

    1. V.D.S ha detto:

      Sono d’accordo con te.
      Purtroppo quella che avrebbe dovuto essere,tra virgolette una festa nonostante ricordasse il dramma del Sic,si è trasformata a sua volta in una tragedia!
      Un pilota anche se per iniziative come questa,non andrà mai “piano”,una volta sceso in pista darà sempre il meglio di se,e in questo come in tutti gli altri campi del motorsport,senza allenamento e con i riflessi che non sono più quelli dei 20 anni può diventare molto pericoloso.
      Ciò non toglie che Doriano avesse tutto il diritto di partecipare,ci mancherebbe che si tolga a un pilota il piacere di guidare,se solo la pista fosse stata a norma con le protezioni al loro posto,”forse” oggi non saremmo qui a piangere un ragazzo che lascia una famiglia e tanti amici nel dramma.
      Dico forse perchè io penso che il destino abbia un suo disegno al quale è impossibile sfuggire,per cui credo che quando sia l’ora,non c’è posto al mondo dove gli si possa sfuggire,purtroppo!

  • Rob ha detto:

    Adesso non voglio dire che io sia un veggente….non ci voleva poi molto per prevedere il prosieguo di questa triste vicenda…

    Questa è la notizia ufficiale di oggi che si riallaccia perfettamente con quanto io ho scritto nei giorni precedenti….:

    In seguito alla morte di Doriano Romboni la Procura di Latina ha aperto una inchiesta e nominato un consulente incaricato di effettuare un sopralluogo sulla pista ‘Il Sagittario’ di Latina per verificare le misure di sicurezza.

    In seguito a ciò è stato disposto il sequestro del tracciato dal sostituto procuratore titolare dell’inchiesta sull’incidente, Raffaella Falcione.

    In base alle prime informazioni ci sarebbero delle incongruenze riguardo alle misure di sicurezza indicate nell’omologazione e quelle realmente esistenti. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri.

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