Superbike| Yamaha Finance Australian Round, Gara2: Melandri si gode la doppietta
Il ravennate si sente molto più forte rispetto allo scorso anno
Il Campionato Mondiale delle derivate di serie archivia il primo round della stagione a Phillip Island, Australia, nel segno di Marco Melandri che con la Ducati ha siglato una fantastica doppietta che alza di molto un morale del box Aruba Racing.
Il ravennate ha beffato per soli 21 millesimi, proprio sulla bandiera a scacchi, Jonathan Rea, altro protagonista assoluto di una delle gare più avvincenti e tirate degli ultimi anni, anche grazie alla procedura “flag to flag” indotrotta per ovviare a un problema di durata delle gomme Pirelli.
Marco Melandri: «La gara è stata pazzesca. Molti piloti possono essere veloci in soli dieci giri e inoltre oggi erano in molti a non aver nulla da perdere, ma anzi a cercare di sfruttare la possibilità che gli veniva offerta e quindi hanno rischiato moltissimo. Alcuni si sono gettati nelle prime curve a vita persa e per me è stato difficile ed in alcuni frangenti anche pericoloso. Ci siamo spesso ritrovati appaiati in rettilineo in tre o quattro ad oltre 250 km/h ed è stato molto rischioso Per fortuna negli ultimi giri siamo rimasti in pochi a giocarci la vittoria. Sono molto più forte dello scorso anno, sia fisicamente che mentalmente. Ora conosco meglio la moto e la mia squadra. L’anno scorso non fu semplice arrivare qui senza nessuna esperienza e con pochi chilometri sulla moto e salire comunque sul podio in gara2. Quest’anno è andata decisamente meglio. Le gare si vincono solo sotto la bandiera a scacchi e oggi appena ho avuto strada libera davanti a me, ho spinto forte per due giri e sono andato a riprendere quelli davanti che erano Rea e Fores. Poi lo spagnolo ha tirato il nostro gruppetto con un buon ritmo abbiamo staccato gli altri. Rea era molto forte oggi. Non sono riuscito a passarlo in staccata perché non ero a mio agio nelle frenate decisive come lo ero invece ieri e quindi se avessi tentato di attaccarlo in staccata avrei rischiato di sbagliare. Allora ho aspettato l’ultima curva per giocarmi la possibilità di passarlo. L’ultima curva mi veniva molto bene ed inoltre avevamo il vento contrario per cui sono uscito forte, ho preso la scia di Johnny e l’ho passato”.
Melandri spiega come ha affrontato il “flag to flag”: “Ero molto arrabbiato, perché ci eravamo impegnati molto nelle prove per sfruttare al meglio le gomme e questa decisione spazzava via tutto il nostro lavoro. Però ho reagito subito ed ho pensato che fosse inutile piangermi addosso, ma al contrario dovevo comunque trovare il modo di far bene. Questa mattina abbiamo provato qualcosa di nuovo e ci siamo preparati al meglio per questa gara particolare. Il pit stop non è stato un problema, ma appena la gomma è calata e chi aveva un buon assetto iniziava a fare la differenza, ci siamo dovuti fermare e ricominciare da capo. Ero partito bene dalla terza fila, ma poi alla prima curva mi sono trovato imbottigliato ed ho perso terreno. Chi non aveva niente da perdere ha rischiato molto sin dall’inizio, ma io non volevo e non potevo commettere errori e sono stato più attento».
Rispetto all decisione di imporre il cambio moto ha aggiunto: «Io non ho visto niente di pericoloso ieri. Ho solo visto le gomme di alcuni piloti “blisterare” (perdere i pezzi). Piloti che martedì avevano fatto una simulazione di gara senza avere problemi e questo significa che ieri o hanno sbagliato l’assetto oppure sono stati molto più aggressivi. In passato quando io ho avuto problemi di gomme nessuno mi ha chiesto scusa, ma mi hanno sempre detto che era colpa del mio set up. Questa volta invece hanno imposto un cambio gomme e a me non è sembrata una cosa giusta».
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