Superbike: ritratto di Nicky Hayden

Il Campione americano era uno dei grandi protagonisti delle derivate di serie

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Il mondo del motociclismo ricorderà Nicky Hayden come un pilota veloce e spettacolare, leale con gli avversari e disponibile con i tantissimi fan che lo ammiravano per il talento e per il sorriso che dispensava sempre.
Un carisma spiccato che ha saputo mostrare sin dai primi giorni del suo arrivo nel paddock del Campionato Mondiale delle derivate di serie, all’inizio del 2016, pronto a iniziare una nuova fase della sua carriera.

Hayden si è adattato molto velocemente al mondo World Superbike: la sua personalità sempre diretta, senza velleità da star e sempre vicino ai suoi tifosi, si sposava perfettamente con la filosofia della sua nuova casa.

Il pilota americano ha debuttato nella nuova classe a febbraio 2016, a Phillip Island, su una pista che conosceva bene, sfiorando subito un podio, e lui che veniva da alcune stagioni in MotoGP dove non correva per le posizioni di testa, aveva confessato allora: “Ho imparato molto sulla moto in questo fine settimana, ma anche sul campionato in generale. È stato molto utile e non mentirò: mi sono divertito riuscendo a essere competitivo e stando di nuovo davanti”.

L’appuntamento però era solo rimandato: ha ottenuto il primo podio al quarto appuntamento dell’anno, con la terza posizione ad Assen, preambolo del suo tanto atteso ritorno alla vittoria, arrivata nella seconda gara di Sepang, in Malesia, in condizioni di bagnato.
Hayden ha colto l’opportunità al volo e ha tentato la fuga fin dal primo istante, una stratega rischiosa che non ha però lasciato possibilità ai suoi avversari.
“So che la gente dice che non si può vincere la gara al primo giro, ma nelle gare sul bagnato sì, si può” – Erano passati dieci anni dalla sua ultima vittoria, e sette dall’ultimo trionfo di un americano nella categoria: si è trattato quindi di un successo storico, ma per lui, sempre autocritico, è stata anche la conferma che poteva continuare a spingere la sua carriera verso nuovi limiti: “Ottenere una vittoria è stato piacevole, lo è sempre quando conquisti una vittoria o un podio, ma non posso essere soddisfatto, voglio ottenere di più e fare il meglio”.

Lo statunitense sapeva che avrebbe avuto un’altra buona opportunità nel round degli Stati Uniti, a Laguna Seca, la pista per lui “di casa” e teatro dei suoi maggiori successi in MotoGP: è stato un fine settimana davvero emozionante per lui, davanti ai suoi tifosi, culminato con la conquista del terzo gradino del podio al termine di una Gara 1 molto combattuta. “È una grande sensazione. So che i tifosi avrebbero preferito una vittoria e anche io, ma stare sul podio su un circuito che mi piace molto e con un tifo che adoro, mi rende molto felice” – aveva commentato Nicky Hayden.

Un mese più tardi, il ragazzo del Kentucky conquistava il suo quarto e ultimo podio in WorldSBK, nel round al Lausitzring, prima che iniziasse la pausa estiva, firmando ancora la terza posizione in Gara1: “Avevo molta voglia di battere Tom, vedevo i tifosi e ho pensato ‘Voglio regalargli qualcosa’, così ci ho provato con tutte le mie forze quando ero appena dietro di lui”.
Una dichiarazione che evidenziava le sue grandi motivazioni: la sfida competitiva e il pubblico presente in tribuna.

Dopo aver terminato la sua prima stagione con una top 5 in classifica generale, Hayden rimediò purtroppo un infortunio durante la pausa invernale, in un allenamento di flat track, e subì un’operazione alla rotula del legamento crociato anteriore, ma si presentò in forma al primo round 2017, in Australia.

La stagione in corso non gli aveva ancora dato grandi soddisfazioni: la nuova Honda CBR1000RR Fireblade SP2 aveva bisogno di tempo e di un grande lavoro di sviluppo, ma Hayden non si era fatto scoraggiare e si era buttato con la sua proverbiale determinazione nel progetto, nei cinque round che aveva disputato quest’anno.
Il suo settimo posto a Buriram, in Tailandia, è stato il miglior risultato dell’americano, che stava provando a capovolgere la situazione.

Il tragico incidente ha posto al suo progetto, ai sogni che ancora aveva da realizzare e che custodiva dentro di sé, tra cui sicuramente quello di vincere nuovamente nella sua Terra, a Laguna Seca, e l’ambizione di poter essere il primo pilota a vincere il titolo in MotoGP, nel 2006, e in World Superbike.
Nicky Hayden sarà sempre ricordato come uno dei grandi.

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