SBK | Pata Italian Round: Chaz Davies si racconta alla vigilia di Imola

Bella intervista a tutto tondo del pilota Ducati

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Per Chaz Davies l’appuntamento all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola è sempre molto carica di emozioni e ricordi: qui il gallese ha corso sia nel WorldSSP che nel WorldSBK, e ora ci tornerà al culmine della sua carriera, con grandi ambizioni iridate.

WorldSuperbike.com lo ha incontrato a casa sua, in Andorra, alla vigilia del round italiano per raccogliere le sue aspettative ma soprattutto per farsi raccontare l’uomo dietro il pilota: ne è nato un bel racconto, interrotto solo dalle scorribande dell’amatissimo cane Thor in giardino, che vi riportiamo qui di seguito.

Sono cambiato molto da quel debutto. Imola 2009 è stata la mia prima gara in Europa dopo che ho corso per molto tempo in America. Tornando indietro, hai sempre qualche dubbio: potrò essere di nuovo al top? Sarà un po’ diverso, qual è il mio livello? C’erano tanti punti di domanda che ho eliminato adesso. Penso di essere migliorato anno dopo anno che stavo nel campionato mondiale.

Non torno molto in Gran Bretagna, vivo in Andorra. Per questioni di allenamento, stabilità, mete.
E’un cambiamento che ho fatto qualche anno fa, ho detto che per il resto della mia carriera sarebbe stato così. Casa è sempre casa, ma c’è un buon motivo per essere qui. Sicuramente nei miei piani c’è l’idea di tornare in futuro, ma potrebbe essere fra 5 o 10 anni.

La vita qui non è molto diversa, comparata al Galles, parlando di quello che faccio. Probabilmente c’è la difficoltà della lingua, ma cerco di superarla. Il catalano è un po’ più complicato, ma il mio spagnolo sta migliorando, insieme all’italiano. Questo è un posto tranquillo, rilassante, d’inverno ci si diverte con gli sport invernali. D’estate c’è un bel clima e si può fare sport all’aperto, si può andare in montagna, c’è una natura mozzafiato.

Abbiamo un buon equilibrio in Superbike, ci sono molti britannici e chiacchieriamo molto fra di noi. Anche con gli altri ragazzi, si forma un bel gruppo.

Se non altro, correre contro gli amici è una motivazione in più per batterci a vicenda. Non tirerò una gomitata a Leon [Camier], non lo farei comunque. Ma, sai cosa voglio dire, non sarò mai troppo duro con lui perché siamo buoni amici anche fuori la pista. Ma c’è qualcosa di più in gioco.

Mi hanno sempre interessato i video. Non per i video in sé, ma per la creatività che c’è dietro, mettere insieme i pezzi e costruirli. Mi sono comprato la prima telecamera quando ero molto giovane e poi sono andato da Dixon a comprare un programma di editing per il mio computer di allora, che era veramente lento. Forse avevo 13 o 14 anni. Poi ho fatto un DVD quando abbiamo finito la scuola. Ho fatto riprese furtive con la mia videocamera nelle ultime due settimane e ho filmato un sacco di cose che probabilmente non avrei potuto filmare! Ma ho anche fatto dei tagli.

Credo che i vlog per i fan siano un modo carino di connettersi con chi stanno guardando. Ci vedono nelle interviste post-gara, in griglia di partenza molto distaccato…siamo a lavoro nei weekend, non si può vedere cosa succede quando siamo a casa o quando costruiamo i weekend di gara. Noi semplicemente non arriviamo, ci mettiamo la tuta, abbassiamo la visiera e andiamo. C’è molto altro dietro tutto ciò ed è ciò che mostro nei miei vlog.

Credo che le persone a volte pensino sia più facile, diverso da quello che è. Sicuramente, puoi comportarti così. Arrivi, torni all’aeroporto, vai da un’altra parte, ti vengono a prendere o prendi un jet privato. Puoi farlo, c’è tanta gente che fa così, ma non è quello che faccio io. Questo vale per la maggior parte dei piloti Superbike, che fanno come me.

Staccare è il mio modo per trovare concentrazione. Andare via, prendere una pausa: è il mio modo di prepararmi. Non vado in palestra alle 9 di mattina i lunedì dopo un weekend di gara. Per qualcun altro funziona, ma per me no. Mi piace il calendario della Superbike, perché abbiamo 7-8 settimane di pausa. Il nostro stile di vita è fantastico, ma a volte non ti permette di riposare o di fare altre cose che ti piacciono.

Mi sono chiesto molte volte cosa farò dopo le gare. Non so molto a parte correre. Sento come se potessi fare un sacco di cose, ma fino a che non ti ci trovi non lo sai. È bello provare qualcos’altro, ma potrebbe non divertirti, o potresti non essere in grado.

Come mi vedo fra 15 anni, posso solo dire che mi piacerebbe vedermi felice come lo sono oggi, magari con qualche figlio. Spero di continuare ad andare in moto, sicuramente non correrò, almeno non nei campionati mondiali. Sarò ancora coinvolto nell’ambito sportivo? Mi piacerebbe, ma vedremo.

Un desiderio per il 2018: stare in salute, continuare a divertirmi come ora e continuare a dare il meglio di me con la moto.

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