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MotoGP: Santi Hernández, capotecnico di Marquez “Marc è incredibile, è sempre positivo”

Santi Hernández è il capotecnico che segue Marc Marquez da quando il centauro spagnolo passò alla classe Moto2 nel 2011 . Con lui ha vinto il mondiale 2012 della classe di mezzo del motomondiale  e quest’anno il titolo della MotoGP, che ha “incoronato” Marquez come più giovane Campione del Mondo della Top Class.

In passato ha lavorato come tecnico delle sospensioni con grandi campioni come Alex Criville (con cui vinse il titolo della 500cc nel 1999) e Valentino Rossi (con cui vinse il titolo nel 2003). Ecco cosa ha detto a proposito di Marc Marquez in un intervista rilasciata al Mundo Deportivo e da noi tradotta.

Come si lavora con Marc?

“E’ facile, è una persona allegra, molto positiva e quando scende dalla moto sa trasmettere chiaramente le sue sensazioni, un qualcosa di molto importante perché rende il lavoro molto più facile. E soprattutto, quando le cose vanno male è una persona super-positiva, incoraggia sempre il gruppo e pensa positivo.”

Vediamo sempre Marc rilassato e sorridente. E’ così anche nel box?

“Quando le gare sono finite si ride e ci si diverte, mentre quando si deve lavorare è molto professionale. E’ un pilota molto esigente e vuole che tutto il gruppo dia il massimo, come lui fa e che le persone accanto a lui siano professionali. Abbiamo le stesse esigenze e questo è un bene.”

Sono tre anni che lavori con lui, hai notato un’evoluzione, una maturazione?

“Sto con lui dal 2011 e Marc mi ha sorpreso fin dal primo giorno che abbiamo lavorato insieme. Marc è maturato molto e ora ha fatto il salto, impara ogni giorno, ogni giorno diventa più maturo.”

Sei sorpreso che sia diventato Campione del mondo della MotoGP al debutto?

“Se devo essere sincero, sì. Sapevo che il primo anno in MotoGP avrebbe potuto fare grandi cose, che però sarebbe stato un anno di apprendimento e dove avremmo potuto centrare qualche vittoria o qualche podio. Ma non mi aspettavo che vincesse il titolo.”

Avete già “assimilato” la vittoria?
“Ora iniziamo a capirla meglio, quando torni a casa e trovi amici che non vedi tutto l’anno e che ne parlano. Vediamo che la stampa parla solo di Marc e ci si rende conto di quello che è stato raggiunto, una cosa molto grande e lo ringrazio per averci voluto con lui, perché altrimenti altri avrebbero goduto di questo titolo.”

Quanto è importante che dal prossimo anno si sia riunita la squadra vincente in Moto2?

“Come ha detto Marc è una decisione presa perché ti fidi delle persone che conosci, non un fatto di professionalità, mai mancata finora. Può essere positivo il fatto che ci conosciamo. Chi arriva sa che deve lavorare sodo, che dobbiamo continuare a lavorare duramente. Alla fine, saranno i risultati a dire se la scommessa è riuscita.”

L’errore commesso a Phillip Island ha avuto un lieto fine con la conquista del titolo. Riuscite ad immaginare per un attimo uno scenario diverso?

“Se non avesse vinto il Mondiale logicamente ognuno sarebbe stato caricato delle proprie responsabilità e sarebbe stato un vero peccato vista la stagione di Marc. Se non avessimo centrato il titolo sarebbe stato un fallimento perché nel suo primo anno ha ottenuto numeri incredibili.”

Ricordate il momento in cui Marc è rientrato ai box dopo essere stato squalificato a Phillip Island?

“Logicamente era arrabbiato, come tutti gli altri. E’ andato fuori dal box, non so per quanto tempo, sono poi andato da lui per scusarmi e mi ha abbracciato dicendomi ‘hey, questa è una squadra. Al Mugello sono caduto io e voi mi avete rincuorato, quando cadiamo, cadiamo tutti e quando sbagliamo, sbagliamo tutti insieme‘. Mi ha detto di essere forte ed abbiamo guardato il lato positivo. La verità è che è una persona incredibile. Ti rendi conto che la maturità di questo ragazzo è superiore ai suoi 20 anni, ed è sorprendente.”

Marc ha vinto e la sua immagine è impeccabile, come quella di Nadal

“Ha vinto dentro e fuori, è proprio come lo vedete.”

Sarai con lui sino al termine della carriera?

“Spero di poter far bene il mio lavoro, dare quello che si aspetta da me e spero di lavorare con lui molti anni. Il futuro ci dirà se potrò farlo per molti anni. Farò del mio meglio per essere felice e ho ancora voglia come tecnico.”

Qual è la sua valutazione del tuo primo anno come capotecnico del Repsol Honda Team?

“Ovviamente ci sono stati momenti belli, momenti brutti, stressanti e più leggeri, ma la valutazione non devo farla io. La mia la faccio con Marc e se saremo ancora insieme vorrà dire che ho fatto bene. Per il resto potrei aver fatto cose buone, cose cattive. C’è sempre da migliorare, ma mi fido di quello che dice Marc e ora Marc è contento.”

Alessio Brunori:

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