MotoGP – Ma come si fa?

MotoGP – Ma come si fa?MotoGP – Ma come si fa?

Una corsa così rappresenta tutte le emozioni possibili del motociclismo. La gioia, il dolore, la rabbia, la disperazione. Un film raccontato in maniera perfezionista tanto da far sembrare 40 minuti di gara un colossal di 3 ore e mezza. Riassumendo al Circuito do Estoril è successo di tutto, lo avete visto ed in qualità di telespettatori, a seconda del proprio tifo, ne siete rimasti contenti o delusi, felici o scontenti. Questo è il motociclismo, c’è poco da dire, ma in 57 anni di storia del Motomondiale resta spesso innegabile la domanda “Ma come si fa” rivolta ad alcuni fatti che caratterizzano una competizione. Dal Portogallo tanta carne al fuoco ed elementi da vedere sotto una luce diversa. Quattro punti da sincerare in una risposta obiettiva: non sarà facile, anzi, sarà impossibile. D’altronde non esiste la giusta verità, ma la personale verità…

Punto 1: ma come si fa a mettere in condizione Hayden e Pedrosa di fare i kamikaze?

Un patatrac dalle mille sfaccettature. Riassumendo, in un sol colpo abbiamo queste diverse soluzioni.

  • La colpa è di Pedrosa, ha sbagliato e ha rovinato la stagione sua e di Hayden
  • La colpa è di Hayden, che ha frenato prima non lasciando a Pedrosa altra scelta
  • La colpa è dell’HRC, la quale non ha imposto giochi di squadra
  • La colpa è di tutti e due
  • Nessuno ha colpa, è un normale incidente di gara
  • In un qualsiasi appuntamento in Calendario, a prevalere sarebbe quest’ultima ipotesi. Purtroppo o per fortuna (anche qui secondo il proprio tifo) si trattava della penultima gara dove in linea teorica Hayden poteva addirittura chiudere i giochi di campionato. La colpa, come sempre se la guardiamo da una visione obiettiva, è di tutti. Pedrosa ha sbagliato, è innegabile. Hayden ha forse frenato prima complice la manovra del pilota davanti a se. L’HRC sì, è vero, poteva pensarci anticipatamente ad una soluzione compromissoria in grado di favorire entrambi i propri piloti. In sintesi, non bisogna colpevolizzare Mr.Tanaka al 100 % per l’accaduto: critichiamo quando ci sono giochi di squadra, quando giustamente due piloti ancora potenzialmente in corsa per il titolo vengono lasciati liberi di fare la propria corsa gettiamo fango addosso alla HRC. Mr.Horiike il giovedì ha dichiarato che “Non ci saranno ordini di squadra, non a Estoril”. Punto. Lo sapevano tutti, così come Pedrosa e Hayden erano consapevoli di non doversi intralciare in qualità di team-mates. Questa è però quel che dovrebbe essere dato per scontato: parliamo di due professionisti, quel che “purtroppo o per fortuna” da una parte non si è verificato.

    Punto 2: ma come si fa a volere le Bridgestone?

    “Durante la stagione abbiamo vissuto momenti molto positivi con la Bridgestone ma questo credo sia il peggiore. Per il futuro dobbiamo pensare bene a cosa fare per evitare queste situazioni: se vogliamo vincere, dobbiamo essere veloci su tutti i circuiti del Mondiale”. Queste le parole di Loris Capirossi poco dopo la corsa a Estoril, chiusa con un misero 12° posto dietro anche alla GP6 Satellite di Alex Hofmann gommata Dunlop. Ora parlar male della Bridgestone dopo una gara del genere è una vigliaccata, ma il dubbio al riguardo di alcune valutazioni dei piloti (chi ha fatto il nome di Marco Melandri?) che per il 2007 vorrebbero le coperture giapponesi non può esser trascurato. In poche parole, ma chi glielo fa fare a Melandri in ottica 2007 di volere le Bridgestone? Perchè garantiscono sei gare da dominatore? E le altre undici? Ed è così matematico vincere quelle gare? Mistero.

    Punto 3: ma come si fa a vincere in volata con Valentino Rossi?

    Facile dire che una volata si vince di motore, oppure per il noto Fattore C. Toni Elias, uno che è stato abituato tra 125 e 250 di tenersi sempre pronto per quest’eventualità, ieri ha risposto all’interrogativo se è oggettivamente possibile battere in un confronto diretto, specie in volata, Valentino Rossi. Lo spagnolo alla perfezione ha seguito ciò che bisogna fare all’ultimo giro: passato dal Dottore alla “Gancho”, ha provato a resistere all’esterno, e compreso come questa manovra potesse rivelarsi controproducente negli ultimi metri si è riaccodato alla Yamaha #46, tenuto la propria RCV in una traiettoria più interna, percorso meno strada e soprattutto quella più propizia per non far cedere definitivamente gli pneumatici. A questo punto ha preso la scia di Rossi, è uscito al momento più opportuno e per due millesimi ha vinto il suo Gran Premio della MotoGP. Studio della volata applicata, preparazione per una manovra spettacolare quanto intelligente: come potete notare, non è solo motore, e non è Fattore C.

    Punto 4: ma come farà Hayden a vincere il mondiale a Valencia?

    Arrivando per primo sul traguardo e sperando che Rossi non faccia meglio di terzo. Sì, qui non ci sono altre spiegazioni o soluzioni: d’altronde se Hayden viene universalmente riconosciuto come il pilota più veloce in fase di inseguimento, potrebbe ancora dire qualcosa all’Autodromo Ricardo Tormo il 29 ottobre.

    Alessio Piana

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