MotoGP – I piloti concordi: bello girare in notturna

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Possiamo dirlo? Losail ha passato l’esame. La “MotoGP by Night”, frutto di investimenti da capogiro nel pieno spirito dello sport business, ha divertito i piloti nella prima… nottata di test sul tracciato di Doha, con pareri complessivamente concordi: il lavoro è ben fatto, resta qualcosa da sistemare, ma tutto sommato c’è di che rallegrarsi. Ci si diverte, ecco. Qualcosa di nuovo, finalmente. Bene così dunque, prospettive tra nove giorni di un evento da ricordare e raccontare ai nipotini, con ogni probabilità il primo di una lunga serie di eventi sotto le luci dei riflettori. I piloti, infreddoliti da temperature dai 16 ai 20°, improvvisati/abituati metronotte, hanno così commentato la prima presa di contatto con le MotoGP in notturna, ad iniziare dal Campione del Mondo.

“La prima impressione è quella di giocare al videogame “Need for Speed”!”, afferma Casey Stoner. “Di sicuro è molto diverso da come siamo abituati. Non è né peggio né meglio, ma molto differente. La cosa più interessante è che essendo la visibilità più bassa, perlomeno per quello che riguarda le “imperfezioni” dell’asfalto, ci si deve fidare molto di più del proprio istinto”.

Per i meno avvezzi ai videogames, il paragone stoneriano è decisamente azzeccato: Need for Speed, capitolo “Undeground”, è un videogioco dove si corre, per lo più in notturna, con delle super-mega-auto preparate oltre il confine della fantascienza. Pista illuminatissima, proprio come a Losail: il confronto tra la realtà e la finzione da improponibile diventa interessante, ma d’altronde Stoner è forse più avvezzo alle console video-ludiche che provare di proprio pugno la guida in notturna sulle strade di tutti i giorni, nonostante un parco macchine (tra omaggi dello sponsor, Alfa Romeo, e vittorie in pista, BMW) da vera e propria concessionaria. Più abituato sicuramente alla guida in notturna Shinya Nakano, che ha paragonato la MotoGP by Night ad un tragitto autostradale: “Sì, è come guidare la propria macchina di notte in autostrada”, ha commentato il pilota giapponese. “Interessante, non c’è che dire”.

Al di là di paragoni condivisibili o meno, c’è qualcosa da migliorare? Il punto della situazione è a cura di Marco Melandri, che aveva girato qui a novembre con la Ducati 1098 stradale: “E’ stato fatto un ottimo lavoro e a mio parere ci sono solo alcuni punti, nelle curve 5, 9 e 14 che sono perfettibili”. Niente da sistemare invece per Valentino Rossi, interpellato più volte dai responsabili di Losail Circuit. “Non c’è niente da lamentarsi: hanno fatto un ottimo lavoro, non ci sono sostanziali differenze tra il guidare di giorno o di notte”, sincera il Dottore. “Non c’è alcun pericolo, il tracciato è ben illuminato. Forse era meglio correre in un’altra stagione, fa davvero freddo”.

Sì, temperature dai 15 ai 20°. Chi non è abituato, chi non gira d’inverno nei (costosi) turni di prove libere nei tracciati del nostro Stivale ne risente. Ma a detta di Loris Capirossi “Ci si abitua in fretta, a tutto”. Specie se questo, volente o nolente, è il futuro del motorsport.

Alessio Piana

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