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    Categorie: MotoGP

La stagione 2001…………….

2001, l’anno di Rossi e Poggiali

Grande, grandissimo, unico. Il 2001 sulle due ruote iridate è l’anno di Valentino Rossi che al termine di un’esaltante sfida con Max Biaggi si aggiudica a Phillip Island, con due gare d’anticipo, il Mondiale della classe 500 riportando la corona iridata in Italia dopo diciannove anni.

Rossi entra di diritto nella hall of fame del Motomondiale: insieme a Phil Read e Mike Hailwood, è l’unico ad avere vinto il Mondiale in tutte e tre le classi. L’ultimo successo italiano nella classe regina risaliva al 1982 con Franco Uncini, poi il buio.


Ma l’Italia rivede la luce grazie a questo ventiduenne di Tavulia, dalla faccia pulita e simpatica, dal carattere bizzarro e dalla forte determinazione.

Un personaggio che si ama o si odia. Non ci sono vie di mezzo. Rossi è cosi: ardito, sprezzante, sfrontato. Ma è bravo, il migliore. Lo ha dimostrato per tutta la stagione anche se gli avversari, per primo Biaggi, gli hanno sempre rinfacciato di essere in sella alla moto migliore e che solo grazie a questa ha potuto vincere il titolo.

Adesso l’attende la nuova e forse più grande sfida, quella di confermarsi leader della classe regina nella prossima stagione che – con l’introduzione graduale della quattro tempi fino a quella integrale nel 2003 – fa da spartiacque con la nuova era della MotoGP.

Rossi avrebbe voluto restare in sella ancora per un’altra stagione alla NSR 500 che invece la Honda ha preferito mettere nelle mani del bravo ma inesperto (per la classe) Daijiro Katoh, vincitore quest’anno della 250. Dopo tante titubanze Rossi ha deciso di fare buon viso a cattivo gioco e di accettare di guidare la RC211V, una quattro tempi che stenta ad apprezzare pienamente, una moto che non lo lascia soddisfatto e sulla quale dovrà lavorare parecchio anche lui per lo sviluppo migliore. Ma tornando alla stagione appena conclusa, bisogna lasciar parlare i numeri che hanno fatto di Rossi il nuovo re delle due ruote. Nel 2001 ha conquistato 11 vittorie, collezionando ben 106 punti di vantaggio su Max Biaggi.

Vita facile? Nient’affatto. Biaggi e Capirossi sono stati due avversari di rango che hanno contribuito a tenere sempre alto il tricolare sui podi delle varie tappe. Una stagione esaltante, fatta di sfide infuocate e pericolose soprattutto tra Biaggi e Rossi.

Come dimenticare la “sportellata” che il romano a inizio stagione ha rifilato all’uscita da una curva al pesarese. Rossi però è più continuo e inizia subito bene vincendo a Suzuka e proseguendo la fuga in Sudafrica e a Jerez. Biaggi si riavvicina vincendo a Le Mans e nel suo carniere ci sono anche i primi posti ad Assen e al Sachsering in un periodo in cui Rossi entrò per un paio di mesi in crisi con la sua Honda culminando in questa striscia negativa con il ritiro al Mugello e il nono posto in Germania.

Rossi torna sotto vincendo in Catalunya e a Donington ma alla sua vittoria finale del campionato contribuiscono le cadute di Biaggi a Brno, all’Estoril e a Motegi. Si arriva quindi sull’isola australiana di Phillip Island dove amici e parenti di Rossi hanno con loro ai box lo champagne già in freddo: al pilota di Tavulia basta piazzarsi tra i primi otto, ma invece di condurre una gara accorta in vista del traguardo finale, aggredisce tutti alla sua maniera e va a vincere in volata con 13 centesimi di vantaggio su Biaggi al termine di una battaglia che vede impegnati sei piloti per il primo posto.

E’ il 14 ottobre 2001, che coincide con il via alla festa che inizia in Australia con mamma Stefania e prosegue in Italia con papà Graziano. Mai sazio di vittorie e a caccia di record, Rossi vince le ultime due gare che restano a Sepang e Rio, scrivendo il suo nome nel libro dei record insieme a Mick Doohan e Giacomo Agostini come uno dei tre unici piloti a vincere più di dieci gare in una sola stagione della 500.


Il 2001 è però anche l’anno di Manuel Poggiali, primo iridato nella storia di San Marino e tra i grandi del Motomondiale, come Rossi e Capirossi, con i quali condivide il record di essere tra i più giovani ad avere conseguito il titolo delle 125 a soli 18 anni (anche se è meglio ricordare che Capirossi di anni nel ’90 ne aveva 17).

I record di Manuel Poggiali, quindi, non restano negli angusti confini della piccola repubblica. Il suo nome va scritto negli annali d’oro del Motomondiale, anche se a San Marino ci tengono a tenersi stretto questo bravo ragazzo che ha sofferto tanto per arrivare a questo traguardo.

In mezzo tanti calvari, come la scomparsa due anni fa del padre al quale ha subito dedicato la vittoria.

La sua vita è sempre stata scandita dalle marce delle moto, fin da quando papà Claudio lo accompagnava all’asilo sulla sua Suzuki. E nel 2001 si consacra chiudendo la stagione da trionfatore all’ultimo appuntamento di Rio del Janeiro. Qui ha corso qualche brivido, la pioggia ha complicato ulteriormente i suoi programmi, qualcuno gli è caduto davanti ma alla fine è riuscito a conquistare il titolo grazie al quinto posto ottenuto quando gli bastavano tre punti, e quindi il tredicesimo piazzamento.

Ma il diciottenne sanmarinese non ha voluto fare la comparsa portando a termine una gara comunque accorta, saggia e vincente.


In classifica finale batte l’anziano Youchi Ui anche se la stagione esprime in questa classe anche il talento del diciottenne spagnolo Tony Elias. La vittoria di Poggiali coincide con quella Gilera: da 44 anni la “casa dai due cerchi” non vinceva il titolo piloti. Scorrendo gli almanacchi del Motomondiale, infatti, l’ultima vittoria risaliva al 1957 quando nella 500 si impose Libero Liberati.

Fonte:Sportal.it

Alessio Brunori:
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