Kenny Roberts e le tecniche di allenamento….

Kenny Roberts descrive le sue tecniche di allenamento mentre la sua stagione difficile
è entrata nella fase finale

Non si può certo dire che Kenny Roberts stia vivendo una delle fasi
più felici della sua carriera. Il campione della classe regina del 2000,
langue nella parte sbagliata della classifica ed il suo miglior risultato in
dieci gare è stato un 13° posto.

L’americano non avrebbe potuto affrontare stagione più dura. Il progetto
quattro tempi della Suzuki ancora non mostra segni di poter arrivare un giorno
a sfidare Honda, Ducati e nemmeno la Yamaha, e costringe Roberts ed il suo compagno
di squadra Jhon Hopkins, a navigare nelle retrovie. Roberts ha anche perso diverse
gare a causa di una brutta caduta nel GP d’Italia.

Qui di seguito l’americano, che vive in Spagna, a Barcellona, durante l’estate,
spiega come ha recuperato fisicamente dopo il Mugello (dove si è infortunato
al torace e alle spalle) e come si stia alleando per recuperare pienamente anche
la forma atletica .

” Lo choc iniziale e il dolore dell’infortunio hanno cominciato a diminuire
solo tre o quattro settimane dopo il Mugello. Avevo grosse contusioni ad entrambe
le spalle e al torace. Le ferite erano causate da una fortissima compressione
a cui è stata sottoposta tutta la parte superiore del mio corpo durante
la caduta e per molto tempo non sono stato in grado di fare movimenti. Una tosse
continua mi ha perseguitato per quasi venti giorni.

La Suzuki e Garry Taylor non hanno voluto che tornassi in sella senza essere
a posto al 100%. Solo prima di Donington il dolore ed il gonfiore sono migliorati
, ma non avevo la minima forza e resistenza. Per questo la squadra mi ha consigliato
di aspettare fino al Sachsenring, fino a quando fossi tornato a posto.

Io mi alleno in maniera diversa dai miei colleghi, in modo più aggressivo.
A questo stadio della mia carriera e a causa della mia mentalità, ho
assolutamente bisogno della competizione. Se fossi costretto ad andare solo
in bici o solo a correre, non lo sopporterei.

Per questo ho degli allenatori che mi fanno giocare a football e a squash per
un’ora e mezza al giorno. L’elemento di competizione mi motiva moltissimo. E’
diverso che doversi semplicemente allenare, non ci pensi, perché stai
giocando. Questo mi ha sempre aiutato a trovare delle motivazioni, fin dal 1999.”

Dorna Sports

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