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SBK | Danilo Petrucci a 360 gradi – Intervista ESCLUSIVA

SBK – In occasione dell’evento Airoh “Meet&Greet con Danilo Petrucci” svolto presso la concessionaria Ricci Moto di Perugia, abbiamo intervistato in esclusiva il rider ternano, reduce da una spettacolare gara a Misano.

Con “Petrux” abbiamo ripercorso tutta la sua carriera, partendo dal motocross, passando per l’incidente avvenuto lo scorso 11 aprile, fino a parlare di MotoGP, Superbike, MotoAmerica, Dakar e 8 ore di Suzuka. Ecco cosa ci ha detto il #9 del Barni Racing Team.

Dichiarazioni Danilo Petrucci Incidente motocross

“Mi stavo allenando con la moto da cross a Cingoli, era un allenamento molto lungo, mi sentivo bene fisicamente, volevo dare di più. Mi ricordo solo che in una serie di buche in frenata, prima del salto, ho perso il grip sulla manopola del gas e nel momento in cui stavo frenando, tirando indietro la mano, la mano ha ripreso il grip prima del salto in discesa. Ho capito subito che stava accadendo qualcosa di grave, mi sono ritrovato a 15 mt di altezza, non ho lasciato la moto, anche perchè da quell’altezza cadere senza la moto avrebbe potuto avere conseguenze peggiori. Mi ricordo solo che ero molto alto e poi quando ho riaperto gli occhi ero in mezzo alla pista, c’era sangue, gente intorno. Ho comunque capito che ero vivo e quello mi ha dato tanta gioia. Avevo clavicola e scapola destra rotte, mi facevano molto male, ma non potevano tirarmi su loro e allora l’ho fatto da solo. Ancora non mi spiego la grandissima gioia che ho provato da quel momento. Provavo un grandissimo senso di gratitudine per il solo fatto di essere vivo. Un qualcosa di inspiegabile, molto probabilmente dovuto al fatto di non aver avuto danni permanenti e che potessi ancora camminare. Non mi ricordo nulla dell’impatto, ma evidentemente ho registrato questo ricordo in qualche parte.”

Dichiarazioni Danilo Petrucci inizio carriera

“Ho sempre creduto di avere qualcosa in più rispetto agli altri velocisti, ho iniziato con il trial e poi sono passato subito al cross. Ho utilizzato la moto da minicross fino a 13/14 anni, poi normalmente si sarebbe dovuti passare alle ruote alte, 125 o 250 4 tempi, invece sono passato alla velocità. Ho da sempre desiderato correre in pista, ma già allora ero molto alto e molto grande, soprattutto per le categorie minori come la 125cc. Ho quindi iniziato nel 2006 con il trofeo CBR 600. Poi dal 2007 Yamaha, europeo e via dicendo. All’inizio ero molto forti in certi aspetti venendo dal cross, come la frenata, l’accelerazione, gestire la potenza, ma carente in altri non avevo mai corso in pista. Non ero costante, ma alla fine mi è rimasta questa grande passione per la moto da cross e quando sono stato compagno di squadra di Dovizioso (in Ducati, ndr) abbiamo intensificato di nuovo gli allenamenti. Questo infortunio mi ha fatto capire che l’allenamento dovrebbe rimanere fisico e non prestazionale, anche se questo mi ha portato a vincere alla Dakar. Mi stavo allenando si, ma volevo andare veloce anche con la moto da cross e questo non ha senso. Il nostro è uno sport dove non ti puoi allenare con le stesse moto da gara (soprattutto in MotoGP, ndr) quindi allenarsi con la moto da cross, voleva dire anche avere la stessa intensità di una gara. Per questo allenarsi con la moto da cross ha i suoi vantaggi, ho occhio, tecnica e velocità ma a differenza dei crossisti ‘veri’ vado in moto 3 volte al mese, mentre loro 3/4 volte a settimana, quindi hanno più esperienza in certe situazioni. Penso che risalirò in sella ad una moto da cross, ma con più calma.”

Dichiarazioni Danilo Petrucci Vittorie MotoGP Mugello e Le Mans MotoGP

“Personalmente ho provato più gioia nella vittoria di Le Mans rispetto a quella del Mugello, con quest’ultima che poteva sembrare un exploit di un giorno. Al Mugello c’era molta pressione, non era ancora la Ducati di adesso, anche se l’anno precedente aveva vinto Jorge Lorenzo e quello ancora prima Dovizioso. A quei tempi le vittorie della Ducati si contavano sulle dita di una mano, c’era moltissima pressione. Una volta tagliato il traguardo è stato come se fosse scoppiata una bomba, chi mi tirava da una parte, chi dall’altra, c’erano moltissime cose da fare. Facevo fatica a realizzare perchè in quel caso sei costretto a fare cose che in realtà non vorresti mai fare. Vorresti solo goderti il momento ma è difficile fare anche quello. Una volta salito sul podio mi è passata tutta la vita davanti, non ricordo altro. A Le Mans è stato diverso, c’era la pandemia, c’era solo la mia squadra, poi avevamo subito l’aereo per tornare a casa. La sera stessa ero a casa, con la mia famiglia, che mi era stata vicino in un inizio di campionato difficile. C’erano i miei amici e la mia famiglia, le persone più vicine e mi andava di condividere con loro quel successo. A Le Mans ho dimostrato soprattutto a me stesso che potevo vincere ancora.”

Dichiarazioni Danilo Petrucci Dakar

“Era una Dakar che non avrei dovuto fare. In primis mi sono fratturato la caviglia (l’astragalo, ndr) pochi giorni prima di partire in allenamento. Ho poi fatto un recupero record e poi quando sono tornato in moto mi avevano detto di essere positivo al covid. In quel momento ho pensato che qualcuno mi stesse mandando segnali, anche molto forti. Sono comunque partito e al terzo giorno ho rotto la moto, ma quel giorno ho perso anche il passaporto e il telefono, che mi portavo dietro, convinto potesse servire ad esempio per questioni mediche. Prendendo una buca li ho persi e non potendo tornare a casa, mi hanno fatto correre fuori classifica. E’ stata probabilmente la decisione più giusta della mia vita, perchè dopo tre giorni ho vinto una tappa, un mese dopo essermi rotto l’astragalo. E’ stata una cosa veramente inaspettata e insperata che però mi ha dato una forza incredibile. Mi ha dato l’opportunità di dimostrare alle persone l’importanza di una corsa come quella, ha avuto un grande impatto mediatico. E’ stata una vittoria che mi ha riempito di gioia, fare una gara del genere ti porta al tuo limite fisico, dove non pensi di arrivare. Ho vinto in MotoGP, alla Dakar (unico pilota della storia a vincere almeno una gara in Top Class e una nel deserto, ndr), mi manca vincere qualche gara in Superbike e poi sono a posto. Mi piacerebbe avere l’opportunità di giocarmi un Mondiale anche in Superbike. Penso che con un buon Team e una moto buona ci si possa provare.”

Dichiarazioni Danilo Petrucci MotoAmerica

“Farmi correre il MotoAmerica è stata una grande manifestazione di affetto da parte della Ducati, questo nonostante l’esperienza alla Dakar con la KTM. Il Campionato statunitense mi ha fatto capire che avevo ancora voglia di correre in pista. E’ poi arrivata la chiamata del Barni Racing Team per correre in Superbike, questo dopo che a novembre 2021 mi ero ritirato dalle gare. Non potevo rifiutare. Il primo anno ho faticato un pò, mentre quest’anno ho trovato la mia dimensione, ho trovato il giusto setup e domenica scorsa a Misano è stato veramente un bagno di folla. E’ stato uno dei momenti che mi hanno riempito di gioia, perchè in MotoGP non sai quante persone vengono per te, mentre in Superbike le persone possono entrare nel paddock e ce n’erano a centinaia sotto al mio motorhome, a cantare, fare cori, un qualcosa che non ti da premì ma che ti riempie di orgoglio e che ti da la forza di fare quello che ho poi fatto.”

Dichiarazioni Danilo Petrucci Livello Superbike

“Il livello della Superbike è alto. Penso che Toprak (Razgatlioglu) è uno che si potrebbe giocare il Mondiale in MotoGP. Avevo già detto che quest’anno con la BMW era uno dei candidati al titolo, perchè la BMW può sfruttare tutte le concessioni e gli aggiornamenti. Toprak ha un talento enorme, è un un momento di forma invidiabile, è molto molto forte. Secondo me potrebbe essere un vincente anche in MotoGP. Sicuramente in questo momento ha uno stato di forma incredibile. In generale il livello della Superbike è alto, ci sono Bautista, Rea, c’è Bulega che quest’anno mi ha stupito moltissimo e mi piace molto come guida. Non ci sono i super talenti della MotoGP, non ce ne sono 20, ma 10 si.”

Dichiarazioni Danilo Petrucci Marquez in Rossa Ducati e prestazioni Acosta

“Pensavo che Acosta fosse forte, ma non pensavo fosse così forte. Sta facendo la differenza anche nei confronti dei suoi compagni di marca, questo nonostante sia un rookie. Immaginavo che fosse uno fortissimo avendo vinto Moto3 e Moto2. Penso manchi poco alla sua prima vittoria in MotoGP. Stupisce per la sua costanza, mi fa pensare che lascerà il segno come i grandi del motociclismo. Marc Marquez in ‘Rosso’ invece non mi ha stupito, era secondo me una scelta nei piani. E’ stato strano nei confronti di Martin (passato in Aprilia, ndr), ma alla fine ognuno ha fatto le sue scelte migliori. Alla fine è andata abbastanza bene a tutti quanti. Marquez voleva la moto ufficiale e secondo me la Ducati non voleva che Marquez andasse da un’altra parte, perchè ha già fatto perdere dei titoli a loro, Certamente sarà una grande lotta interna con Pecco (Bagnaia). Sarà un campionato avvincente, la MotoGP a me piace molto da appassionato.”

Dichiarazioni Danilo Petrucci 8 ore di Suzuka

“Mi piacerebbe molto correre la 8 ore di Suzuka. Purtroppo quest’anno è in concomitanza con la gara di Most. E’ una di quelle gare che mi piacerebbe fare, un pò come la Dakar, di cui non sapevo nulla. Ho il mito della 8 ore di Suzuka, così come altre gare endurance di moto come la 24 ore di Le Mans. Non penso che farò mai il TT (Tourist Trophy), sarebbe bello fare un giro, ma non correrci. Ci sono tante corse e piste leggendarie che mi piacerebbe provare. Rifare la Dakar? Mi piacerebbe rifarla con la Ducati, ma un conto è vincere una tappa,un conto tutta la gara. Mi piacerebbe tornarci per raccontarla meglio, per far vedere ancora di più che tipo di gara è, perchè non c’è molta comunicazione. Mi piacerebbe anche ricorrere il MotoAmerica perchè mi è rimasto qui perderlo all’ultima manche. Gagne è stato più bravo, ma giocarmela fino alla fine senza conoscere piste e avversari fa si che vorrei tornarci con la Ducati per vincerlo. Ho ancora da fare, Superbike, Dakar, MotoAmerica, 8 ore di Suzuka, spero di correre ancora un pò di anni, almeno fino a che sarò competitivo. Le moto sono quelle la cosa che mi fa stare meglio.”

Alessio Brunori:
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