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MotoGP | Valentino Rossi: “Non siamo ancora a livello di Ducati e Honda. Dovizioso? Siamo molto simili”

MotoGP Valentino Rossi – Dopo il podio ottenuto alla tappa inaugurale del Motomondiale 2018, il numero 228 della sua lunghissima carriera, Valentino Rossi è tornato a parlare in una lunghissima intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.

Il quotidiano sportivo gli ha riservato una buona parte della copertina dell’edizione di oggi e, all’interno è presente una lunghissima intervista in cui il pesarese racconta e si racconta a 360°.

Di seguito un breve estratto.

Il “Dottore” ha da poco rinnovato il contratto con Yamaha fino al 2020, anno in cui festeggerà la sua 25esima stagione. Ma cosa è cambiato dal suo debutto?

“Tante cose sono rimaste non dico uguali, ma simili. Soprattutto la voglia di guidare la moto e il sentirmi realizzato quando faccio una bella gara, il gusto che provo. Scendere in pista, da solo, con la tua moto è sempre speciale, provare a vincere una gara, il Mondiale. Negli ultimi anni, poi, mi piace proprio molto andare alle corse a lavorare col mio team, dare il massimo dal giovedì per arrivare domenica alle 14 avendo messo a posto tutti i piccoli dettagli”.

Il terzo posto del Qatar, dopo un difficile 2017 è stata un’iniezione di fiducia

“Questo mi dà molta motivazione e mi carica moltissimo, è il primo obiettivo sul come vorrei finire la carriera. Arrivando cioè alle gare con ancora l’idea di vincere o di lottare per il podio. Negli ultimi anni è stato così, tranne l’ultimo in cui abbiamo faticato. Sono comunque stato tre volte vice campione e, quindi, la prima e più importante cosa è provare a finire competitivo”.

Il 9 volte iridato ha poi parlato di un altro grande dello sport italiano, Gigi Buffon

“Deve continuare assolutamente. Se ha voglia. Penso che lui lo sappia se può essere ancora al top. Secondo me dà più gusto ed è più facile dire che uno è finito, invece di riconoscere come abbia le palle e sia ancora lì a provarci. Ci sono due tipi di persone: quelli che apprezzano se un altro è un grande, e godono un po’ anche loro. E quelli invidiosi, che riflettono la propria piccolezza sugli altri. In Italia va di moda farlo”.

Valentino Rossi ha anche commentato la gara dei due piloti della VR46 Rider Academy, Francesco Bagnaia e Lorenzo Baldassari, che in Qatar hanno conquistato i primi due gradini del podio. Sul tracciato di Losail è avvenuto anche il debutto in classe regina di Franco Morbidelli.

“Sta andando molto bene. Siamo anche, non dico sorpresi, ma soprattutto fieri di avere creato qualcosa nel quale i ragazzi credono molto. Si sentono molto coinvolti nel progetto e anche solo per il fatto che io a 40 anni sia ancora qui a impegnarmi, gli fa dare qualcosa in più. Stiamo raccogliendo di più di quanto ci aspettassimo. Morbidelli ha fatto un grandissimo debutto. Quest’anno sarà difficile, avendo una moto ostica. Ma dimostrerà che è un pilota vero e che si merita un posto in un team ufficiale, o comunque una moto per poter vincere”.

Riguardo al campionato pensa di potersela giocare, ma Honda e Ducati hanno qualcosa in più.

“Per me i piloti da battere ora sono Dovizioso e Marquez. Quasi più Dovizioso, ma li metto sullo stesso piano perché Marquez ha la capacità di andare forte sempre. Io sinceramente sono un pochino “preoccupato”. Molto contento della prima gara, ma non siamo ancora al loro livello. Arriveranno piste dove si soffre il grip al posteriore, dove noi saremo inferiori e si dovrà faticare. Ma spero, e credo anche, che con la versione 2018 dove soffriremo, lo faremo meno. La parte elettronica è dove soffriamo. Bisogna che la Yamaha lo capisca e corra ai ripari. Credo lo abbia capito, ma restiamo in ritardo. Per queste aree servono gruppi di lavoro che cerchino di tirare fuori il massimo, è qui che forse Yamaha ha sbagliato”.

Il pesarese ha raccontato anche il suo rapporto con DesmoDovi

“Non ho mai avuto alcun problema con Dovizioso, che è sempre stato uno molto corretto. Ma ci conoscevamo poco, quindi è vero. Lui è un pilota serio e, secondo me, siamo anche molto simili. Quel che mi è piaciuto davvero tanto di Dovi è stata la sua grinta e voglia di non mollare mai. Prima del Mugello 2017 aveva fatto non so quanti anni in MotoGP e sembrava fosse un pilota che non riusciva a vincere. E questa è una cosa che ti schianta psicologicamente. Invece non ha mollato e a 31 anni è diventato un supervincente”.

Foto: Alex Farinelli

Gianluca Rizzo:

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