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    Categorie: MotoGP

Le pagelle del Gp della Repubblica Ceca

Rossi: 9/11
In perfetto controllo per tutta la gara, rifila l’ennesima lezione di guida
ai colleghi con l’ennesimo ultimo giro consegnato ai posteri.
Salvo sorprese, a Motegi anche l’aritmetica dovrà capitolare e rendere
omaggio al migliore pilota di motociclette di tutti i tempi.

Gibernau: 9
È l’unico che in questi anni ha provato a contendere lo scettro
a Sua Maestà.
Non domato dalle continue capitolazioni, e non ostante un futuro incerto, a
Brno ha dimostrato che c’è modo e modo di perdere.

Capirossi: 9
È stato bellissimo vedere l’inconfondibile livrea rosso Ducati in
mezzo all’ormai consueto sciame di Honda.
Il secondo posto finale, conquistato con un po’ di buona sorte ma anche
con un’autorevolezza che sa di Mugello, ripaga l’affetto dei tantissimi
tifosi.

Biaggi: 8
Dopo una prima fase di gara su tempi preoccupanti, nella seconda metà
è nettamente e costantemente il più veloce: sale sul podio con
pieno merito sorpassando, tra gli altri, Edwards, Melandri e Barros.
Dopo qualche anno, la seconda piazza nella classifica generale è sua.

Barros e Melandri: 6
Riescono a stare con i primi soltanto fino a quando la mancanza di aggiornamenti
dei rispettivi mezzi non viene svelato dal diverso consumo delle gomme: o arriva
del materiale nuovo oppure non appare un azzardo pronosticargli un finale di
stagione avaro di soddisfazioni.

Hayden: 4
L’obbiettivo di stare con i primi è stato raggiunto.
L’obbiettivo di combattere per la vittoria, ad ogni gara, no.

Bayliss: 5
Regola un gruppone formato da ben sette moto, distanti circa trenta secondi
dai primi. Un po’ poco.
La speranza è di vederlo l’anno prossimo rigenerato in SBK.

Rolfo: 6
Se per raccogliere anche un solo punto bisogna finire a meno di mezzo minuto
da Rossi, non sembrano esserci molto speranze di vedere crescere il bottino
fin qui accumulato dal torinese.
Gara solitaria, in attesa della benevolenza di Giove pluvio.

Ellison e Battaini: 10
La moto che era stata promessa semplicemente non è mai esistita e difficilmente
mai esisterà.
Eppure sono riusciti a non farsi doppiare: tutto è perduto, fuorché
l’onore.

Alessio Brunori:
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