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    Categorie: MotoGP

Le Pagelle del Gp del Giappone

Tamada: 10 e lode
Dopo l’ottima prova portoghese, infila il secondo successo stagionale con
un’autorità straordinaria.
Come per ribadire che, oltre ad essere un ottimo tester, è in grado di
stare davanti in gara, e come pochi altri.
Dal 2005 bisognerà fare i conti anche con lui.

Rossi: 10
Gara da ragioniere. Come da un fuoriclasse non ci si aspetta.
D’altronde non ci si aspettava neppure di trovarlo a quattro gare dalla
fine in vetta con 39 punti di vantaggio sul secondo e 71 su terzo.
229 punti gli anni scorsi a quest’ora la casa di Ywata non li raggiungeva
neppure sommando i risultati di tutti i suoi piloti.
Qualche cosa significherà.

Nakano: 10
I tanti tifosi della verdona sparsi per il mondo si lustrano gli occhi.
La Bridgestone ha dato una grossa mano, come le vicissitudini di un gruppetto
di colleghi.
Tuttavia fa un po’ impressione vedere alle spalle la Honda ufficiale di
Barros, insieme a tutte le Yamaha guidate da essere umani.

Barros: 7
Altro buon piazzamento, appena fuori dal podio.
Da oggi, però, la matematica ci dice che nessun pilota ufficiale Honda
non può più vincere il mondiale.
Non accadeva da tanti anni.
Qualche cosa significherà 2 – la vendetta.

Melandri: 7
Quando arriva, arriva bene.
Nulla a che vedere con il compagno di marca, per carità. Ma a parte Hopkins
tra i giovani non si vede di molto meglio.
Con il quinto posto di oggi trova un po’ di fiducia. E probabilmente maggior
forza contrattuale con i vari team manager che vorrebbero ingaggiarlo.

Gibernau: 6
È il secondo gp di seguito in cui accusa un problema in frenata.
Sicuramente è così, ed in queste condizioni lui più di
così non poteva fare.
Che poi è anche la miglior risposta a chi domanda delle segrete ragioni
del dominio di Rossi.
Rimane l’unico con ancora una flebile speranza, e mal che vada ha un secondo
posto da difendere.

Checa: 6
Per un lustro è stato il metro per valutare la bontà della Yamaha.

Oggi ha chiuso settimo ad oltre 30 secondi dal suo compagno di team. Tra l’altro
in perfetta media con le prestazioni di quest’anno. E degli anni scorsi.

Eppure nessuno ne parla più. Come nessuno parla più delle differenza
tra Honda e Yamaha.
I tempi cambiano.

Hodgson e Xaus: 5
In sbk si erano dimostrati dei buoni piloti, peraltro senza impressionare.
Il salto di categoria non sembra aver fugato tutte le perplessità. Anzi.

A fine anno si prevede per entrambi un ritorno nel mondo delle derivate di serie.

Jacque: 8
Il francese si riaffaccia nel motomondiale dopo qualche mese, quasi eguagliando
il miglior piazzamento di sempre della WCM.
Undicesimo, con le dirette concorrenti Proton ed Aprilia ben distanti.
Ben tornato.

McWilliams e Byrne: 6
Chi non si aspettava grandissime cose, non è stato smentito.
A loro discolpa c’è un progetto tecnico che non è riuscito
a decollare neppure quando la casa madre investiva intelligenze e denari.
Con il sipario che si va chiudendo, entrambi a punti è un mezzo successo.

Capirossi: 2
È la seconda gara di fila che conclude dopo pochi metri.
Solo che se la volta scorsa fu centrato da Biaggi, questa volta è lui
che arriva lungo ed abbatte oltre ad Hopkins una mezzo dozzina di concorrenti.

In passato lo stesso Hopkins e Tamada furono sanzionati per molto meno.

Biaggi: 1/11
Dopo l’errore dell’Estoril, ecco l’inconveniente contro cui nulla
si può.
Cose che nelle corse capitano.
Ora i punti lasciati nella prima parte del campionato significano l’ennesimo
anno da piazzato.
Non che la classifica generale sia poi così da buttare, come le attenzioni
della HRC ben dimostrano. Fa comunque una certa impressione constatare che,
fin ad ora, è la stagione in cui ha vinto meno gare: 1.

Ui: 1
La moto non sarà tra le più competitive del lotta, ma neppure
ai tempi della Paton mi ricordo un doppiaggio dopo circa una decina di giri.

Diciamo che con in sella Fabrizio certe cose non si erano viste.
Speriamo di non vederle più.

Alessio Brunori:
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