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    Categorie: 125cc

125cc – Shanghai – Il fatto del Gran Premio

Non poteva scegliere un momento migliore per salire sul gradino più alto del podio. Al suo 62° Gran Premio in 125cc Lukas Pesek è riuscito finalmente a vincere in quel di Shanghai, portandosi al comando della classifica iridata a quota 71 staccando, di poche lunghezze, i suoi più diretti inseguitori. Pesek non ha sbagliato, ha offerto una prova grintosa ed intelligente, lasciando sfogare gli avversari all’inizio per poi sferrare il colpo decisivo a due tornate dal termine, quando non c’è stata più la possibilità per Hector Faubel ed Esteve Rabat (giunti alle sue spalle) di raggiungerlo. Pesek mostra sul podio la bandiera della Repubblica Ceca, ripensando alle difficoltà nel trovare spazio in un Motomondiale dove le porte si aprono solo con i risultati. Lukas ci è riuscito negli ultimi anni guadagnandosi non solo l’ufficialità di casa Derbi, ma anche la stima e fiducia di Giampiero Sacchi, uno che di talenti se ne intende e ritiene, senza nasconderlo, che questo 21enne di Praga possa rappresentare per il Gruppo Piaggio il nuovo Jorge Lorenzo. Il talento c’è sempre stato, da Shanghai Pesek ha mostrato anche quella maturità e intelligenza agonistica che può portarlo davvero al titolo iridato. “Finalmente sono riuscito a vincere, adesso sono primo in campionato, non posso non pensarci”, ha commentato il buon Pesek, capace di riportare la Derbi/Aprilia sul gradino più alto del podio (non succedeva dai tempi di Jorge Lorenzo, parliamo di 2004) ed il team Seedorf al successo (anche qui dopo una lunga astinenza: ultimo successo Valencia ’04 con Hector Barbera in sella). Pesek avrà ripensato negli ultimi giri ai “match point” mancati in queste ultime due stagioni, dove perse per errori o disattenzioni personali vittorie certe: una caduta a Brno l’anno passato, la scia offertagli a Talmacsi poche settimane or sono a Jerez. Questa volta il portacolori Derbi non ha sbagliato, mantenendo la lucidità e freddezza necessaria per contenere gli attacchi di un gruppetto combattivo composto, addirittura, da 9 piloti. Adesso, davanti a tutti in classifica, può pensare ad un campionato più aperto che mai, con Gabor Talmacsi a due ed Hector Faubel a quattro lunghezze. E’ l’anno buono per Pesek, forse l’ultimo a disposizione: per costituzione fisica riesce a stare proprio al limite in sella alla Derbi 125cc, tanto che sembra ormai certo un approdo nella quarto di litro dalla prossima stagione.

Pasini in lotta con Talmacsi

Chissà cosa penserà Mattia Pasini, decimo sul traguardo per l’ennesima gara di sofferenza. Non ci sono state rotture della propria Aprilia RSA, ma in compenso un vistoso calo di rendimento a livello di propulsore e pneumatici nella parte conclusiva della corsa. Il riminese ha dovuto alzare bandiera bianca e raccimolare qualche punticino: 6 per la precisione, per un divario dalla leadership di campionato che ha raggiunto l’astronomica dimensione di 65 punti. Troppi, un’infinità quasi irrecuperabile: Pasini adesso deve vincere sempre e comunque, sperando nell’affidabilità della propria moto e un approdo verso altri lidi della sfortuna. Una situazione impossibile da vivere per un confronto tecnico tra la “RSA del futuro” e la “vecchia RS” che propone in terra Cinese un nuovo capitolo: ha vinto la Derbi/Aprilia della precedente generazione (seppur con aggiornamenti), la RSA si salva con Faubel secondo, l’unico insieme ad Alvaro Bautista in grado di portarla finora sul gradino del podio. L’aspetto tecnico torna d’attualità per una 125cc che perde la KTM (Koyama fuori all’ultimo giro, i giovani Bonsey e Krummenacher out ai primissimi passaggi) ma ritrova la Honda. E che Honda! Esteve Rabat, giovane 17enne alla prima vera chance nel Motomondiale, ha conquistato il terzo gradino del podio dopo una rimonta strepitosa e aver sognato al terz’ultimo giro addirittura la vittoria, conquistando il comando della corsa. “Tito”, messosi in luce già a Losail, ha mostrato la propria gioia e sorpresa, scontrandosi con il sorriso di “chi la sa lunga”, Alberto Puig, suo team manager che quest’anno ha deciso di affidargli una sua moto con l’abito… da sogno Repsol Honda. Puig non è rimasto sorpreso della velocità del suo pupillo, nè tantomeno Martinez, storico capo-tecnico di Gibernau (e ancor prima insieme a Valentino Rossi in Honda) in MotoGP. Martinez ha reso la Honda RS125RW una moto ancora in grado di poter regalare emozioni, sebbene la HRC, da quest’anno, ha deciso di disimpegnarsi dalla ottavo di litro senza offrire più kit di aggiornamento ai propri clienti sportivi. Rabat mostra che con la manetta ed un buon talento di base si può ancora mettersi in luce nel Motomondiale, una teoria condivisa anche da Pol Espargaro, nono sul traguardo nonostante la frattura al polso sinistro rimediata nel mattutino warm-up. E’ questione di manetta… e di testa.

Rabat capeggia un gruppetto dove si nota anche il nostro Corsi (#24)

Le parole dei protagonisti

Lukas Pesek, 1°: “Sono felicissimo. E’ stato un week-end perfetto. Ringrazio tutte le persone che hanno creduto in me, la mia squadra che ha lavorato in modo perfetto e la Derbi. Esser qui oggi per me è importantissimo. Nel mio paese il motociclismo è uno sport poco considerato: ora grazie a questa vittoria spero che le cose possano cambiare un pochino. Mio padre mi ha fatto salire su una moto a tre anni. L’inizio non è stato confortante: sono caduto e mi sono rotto entrambe le braccia. Ma ha continuato a credere in me e ora sono qui. Il mio idolo come pilota è sempre stato Capirossi: ho iniziato la mia carriera con il 65 sul capolino. Oggi è veramente un giorno incredibile per me. E’ stata una gara difficile ma perfetta: a tre giri dal termine mi sono detto che dovevo provare a passare in testa. Ci sono riuscito e quando ho visto che potevo staccarmi un po’ dal gruppo, ho capito che ce la potevo fare. Ho commesso un piccolo errore nell’ultimo tratto del giro finale ma per fortuna era piccolo e sono riuscito a vincere. Il mio sogno ora è quello di riuscire a continuare a vincere. Il campionato è fatto di 17 gare, tutte le piste devono piacerti perché solo così alla fine si può sperare di farcela “

Hector Faubel, 2°: “Non è stata una gara facile. Puntavo alla vittoria, ma in ogni caso visto come si era messa la corsa un secondo posto va benissimo, specie pensando al campionato. Complice il vento abbiamo cambiato i rapporti del cambio e questo ci ha ha penalizzati un pò… E’ un peccato, forse oggi sarei riuscito ad andare in fuga…”

Esteve Rabat, 3°: “Quando mi sono ritrovato in testa non ci credevo! E’ stata una gara sorprendente, al di sopra di qualsiasi aspettative. Sono partito male e inizialmente avevo anche qualche difficoltà a tenere il ritmo dei piloti davanti a me. Successivamente però sono riuscito a tenere un buon ritmo e ho raggiunto il gruppetto di testa. Forse là davanti si disturbavano, per questo mi sono ritrovato subito in testa. A quel punto da dietro Pesek e Faubel mi sono passati con facilità e alla fine sono riuscito comunque a ottenere un grandissimo risultato. Devo ringraziare la squadra, senza di loro davvero difficilmente sarei riuscito in un’impresa simile!”

Gabor Talmacsi, 4°: “Non sono felice: ho tentato di andare subito via ma dopo solo quattro giri ho avuto problemi in frenata ed sul posteriore che scivolava molto. Poi sono stato raggiunto dal gruppo che aveva un passo lento e, anche se la moto era a posto, non ero velocissimo. La prossima volta dovremmo preparare tutto molto meglio”

Simone Corsi, 5°: “Sono contento, anche se la mia speranza era di salire sul podio. Oggi ero competitivo e veloce quanto i primi: per questo devo ringraziare la squadra e la Aprilia che ancora una volta mi hanno messo nelle condizioni di ben figurare. Sono soddisfatto perchè abbiamo dato continuità ai risultati delle ultime gare, per questo sono convinto che faremo bene anche a Le Mans”

Sergio Gadea, 6°: “Finalmente sono riuscito a vedere la bandiera a scacchi e conquistare qualche punto, anche se sono lontano dalla vittoria. Mi sono divertito oggi: la partenza è stata drammatica, ho dovuto recuperare ed insieme a Rabat ho recuperato il gruppetto dei primi. Quando mi sono ritrovato in terza posizione ho visto gli altri che mi superavano con velocità… Forse la mia moto ha avuto un calo di rendimento, l’importante che non sono stato costretto a fermarmi e ho guadagnato qualche punticino”

Mattia Pasini, 10°: “Oggi mi passavano troppo facilmente nel rettilineo opposto ai box nonostante io stavo dando il massimo. Non capisco come possa succedere una cosa del genere, inoltre ho avuto negli ultimi giri un vistoso calo di rendimento del pneumatico posteriore. Da quel momento la mia moto scivolava troppo ed era praticamente inguidabile…”

Alessio Piana

Alessio Brunori: